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Cinque opere di Qi Baishi, il pittore ammirato da Picasso, esposte dal 18 luglio a Montepulciano nella mostra evento promossa dall'Istituto Confucio e dalla Scuola Superiore Sant'Anna

Data pubblicazione: 16.07.2012
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Leggenda metropolitana o realtà, a Picasso viene attribuita l’affermazione “In Cina non ci vado, c’è Qi Baishi” che, da sola, basterebbe a spiegare il valore, appunto, di Qi Baishi, riconosciuto il più significativo pittore cinese del periodo a cavallo fra ‘800 e ‘900, battuto a cifre folli nelle aste di Pechino e del quale per la prima volta in Italia vengono esposte cinque opere della collezione privata della famiglia di Franco Calamandrei, corrispondente dell’Unità da Pechino fra il 1952 e il 1956. Le opere saranno le ospiti d’onore alla mostra “Il drago e la farfalla. Immagini di Cina a Montepulciano” promossa dall’Istituto Confucio della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e che si inaugurerà alla Fortezza di Montepulciano mercoledì 18 luglio alle ore 18.00, con una “vernice” istituzionale e culturale degna di nota. Numerose le personalità che saluteranno “Il drago e la farfalla”: il Rettore e il Presidente della Scuola Superiore Sant’Anna, rispettivamente Maria Chiara Carrozza e Giuliano Amato; il Direttore dell’Istituto Confucio Nicola Bellini; il Rettore dell’Università per Stranieri di Siena Massimo Vedovelli; lo storico dell’arte Salvatore Settis; l’Assessore regionale alla cultura Cristina Scaletti; numerosi amministratori con in prima fila il Sindaco di Montepulciano, Andrea Rossi. Anche la delegazione cinese sarà particolarmente significativa con il Console generale della Repubblica popolare cinese a Firenze Zhou Yunki, oltre a cento studenti cinesi dei corsi di italiano dell’Università per Stranieri di Siena.

Qi Baishi si presenterà al pubblico italiano per la prima volta, almeno con le opere esposte, per merito di Franco Calamandrei, giornalista e grande appassionato d’arte il quale, durante la permanenza a Pechino, andò con determinazione nei vicoli degli antiquari alla ricerca delle opere di Qi, già negli anni cinquanta ritenuto un pilastro dell’arte cinese, in bilico fra tradizione e modernità. Ne trovò ben cinque che lo accompagnarono nel suo ritorno in Italia nel 1956, anno in cui il pittore cinese esponeva (ma non con le opere in mostra a Montepulciano) alla Biennale di Venezia ed era riconosciuto come un maestro dai critici italiani tanto che, in questo contesto, durante una conversazione con un artista cinese, Picasso avrebbe pronunciato la famosa frase sul perché non volesse andare in Cina.

Accanto a Qi Baishi alla Fortezza di Montepulciano esporranno due pittori cinesi contemporanei Zhang Jin e Xu Shihu. Zhang, che trova ispirazione percorrendo le montagne e che presenterà sedici inchiostri su carta di riso che riflettono una attenta rielaborazione della calligrafia applicata al paesaggio. Xu, professore e preside della Facoltà di Arte dell’Università di Chongqing presenterà ventisei acquarelli dai colori accesi, che testimoniano l’interesse per il rapporto tra pittura e design.